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Cloud: il mercato italiano si consolida, ma serve trasformazione culturale e organizzativa

A trainare il settore è il Public & Hybrid Cloud, ma i tre quarti delle aziende italiane continuano la gestione delle risorse e dei costi del cloud secondo logiche tradizionali ereditate dai sistemi on-premise. Ecco i dati e le riflessioni dell’Osservatorio della Cloud Transformation

Pubblicato il 25 Ott 2023

Mercato cloud italiano a doppia cifra: i dati dell’Osservatorio della Cloud Transformation

“Il mercato cloud cresce a doppia cifra e si consolida, secondo il report dell’Osservatorio della Cloud Transformation, giunto alla tredicesima edizione e promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano.

Aumenta la consapevolezza tecnologica, tuttavia il percorso verso una reale trasformazione culturale e organizzativa è ancora irto di difficoltà e lungo.

Alessandro Piva

“In primo luogo”, commenta a BigData4Innovation Alessandro Piva, direttore dell’Osservatorio Cloud Transformation, “è cruciale una revisione dei processi, dei meccanismi di governance e delle competenze all’interno delle stesse organizzazioni per supportare la fruizione di servizi digitali ‘as-a-service'”. Ecco cosa occorre.

Mercato cloud italiano: i dati dell'Osservatorio Cloud Transformation

Mercato cloud italiano: i dati dell’Osservatorio della Cloud Transformation

Il mercato cloud italiano ha archiviato il 2023 mettendo a segno un tasso di crescita a due cifre (+19%). Pari a un valore complessivo di 5,51 miliardi di euro.

Il mercato non si arresta neanche di fronte all’irrompere di nuove complessità legate allo scenario geopolitico, alla crisi energetica e all’incremento conseguente dell’inflazione. Tre fattori che impattano pesantemente su un servizio energivoro come il cloud.

“L’andamento dell’inflazione non ha rallentato la spesa delle grandi imprese in cloud”, commenta Alessandro Piva: “La precedente allocazione dei budget delle grandi imprese su progetti strategici pluriennali, caratterizzati da contratti a tariffe bloccate, ha contribuito a mitigare gli effetti del rialzo dei prezzi sull’anno in corso”.

Ma “gli ingenti investimenti dei grandi cloud provider nel mercato italiano dei Data Center”, conferma il direttore dell’Osservatorio Cloud Transformation, “agiscono come indicazione di una crescente domanda per questi servizi”.

Infatti le aziende nazionali continuano a dare una valutazione positiva dei percorsi di digitalizzazione affrontati negli ultimi anni, ormai saldamente ancorati alla nuvola.

A spingere la crescita sono i servizi infrastrutturali (IaaS) a quota 1,511 miliardi di euro (+29% sul 2022). Ma a pari merito è il market share dei servizi Software as a service (SaaS), da sempre più diffusi.

“Per supportare la fruizione di servizi digitali ‘as-a-service'”, continua Alessandro Piva, serve una revisione dei processi: £Sono, infatti, proprio l’acquisizione di nuove competenze e l’adattamento dei modelli organizzativi alle logiche del cloud, a rappresentare le sfide principali (rispettivamente per il 69% e per il 63%) delle grandi imprese italiane in questo periodo storico. A questo si aggiunge la necessità di un cambiamento culturale”.

Video pillola di lancio del Convegno dell’Osservatorio Cloud Transformation

Video pillola di lancio del Convegno dell’Osservatorio Cloud Transformation

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La spesa italiana nel cloud nel 2023: le componenti più dinamiche

Dalla fotografia scattata dall’Osservatorio Cloud Transformation emerge che la componente Public Cloud & Hybrid Cloud continua a registrare la dinamica di crescita più rilevante.

Infatti il cloud pubblico e ibrido, ossia l’insieme dei servizi offerti da provider esterni e l’interconnessione tra cloud pubblici e privati, registra una spesa di 3,729 miliardi di euro. La crescita è pari al +24% sul 2022, e traina il mercato.

Il Virtual & Hosted Private Cloud, cioè i servizi infrastrutturali residenti presso fornitori esterni, vale 1,034 miliardi di euro (+9%).

La componente Data Center Automation, ovvero la modernizzazione delle infrastrutture on-premises, compie un balzo del +10%, totalizzando 748 milioni di euro.

Mercato cloud italiano: i dati dell'Osservatorio Cloud Transformation

Focus sulla componente Public & Hybrid Cloud

Nell’ambito della Public & Hybrid Cloud, lo IaaS fa la parte del leone, a quota 1,511 miliardi di euro (+29% sul 2022). Il suo peso sale al 41% nel mix complessivo.

Le Virtual Machine, è lo strumento che abilita lo sviluppo di nuovi servizi come quelli legati all’AI generativa. Raggiunge un market share ormai prossimo alla quota dei servizi SaaS, più noti da tempo.

Sotto il profilo della crescita, segue inoltre il PaaS che raggiunge i 686 milioni di euro (+27%). A trainarlo sono le opportunità connesse all’intelligenza artificiale e Analytics e le strategie di modernizzazione del parco applicativo.

Il SaaS registra un incremento del +19%: si attesta su un valore complessivo di 1,532 miliardi di euro.

Mercato cloud italiano: i dati dell'Osservatorio Cloud Transformation

La cloud transformation delle grandi aziende e delle Pmi

Attualmente l’87% dalle grandi imprese detengono la spesa cloud italiana. In generale hanno maturato una consapevolezza tecnologica sull’esigenza di orientarla non solo verso l’implementazione di nuovi servizi digitali, ma anche verso il consolidamento di quelli già esistenti.

Tuttavia le Pmi rappresentano un comparto in forte accelerazione. Iniziative sistemiche, come i fondi del PNRR, stanno guidando la spesa in Public Cloud: nel 2023 ammonta a quota 478 milioni di euro (+34% rispetto al 2022).

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Le grandi aziende

Nelle grandi imprese, in media, oltre la metà delle applicazioni aziendali (51%) oggi è sulla nuvola. Infatti “la ricerca 2023 ha sancito il ‘sorpasso'”, osserva Stefano Mainetti, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cloud Transformation, “per le grandi aziende del nostro panel, oltre il 50% delle applicazioni del sistema informativo oggi risiede nel cloud“.

Tuttavia, non mancano le sfide che deve affrontare una vera trasformazione digitale. Digital transformation che indica la trasformazione delle modalità con cui le aziende usufruiscono della tecnologia.

“Dopo aver affrontato i passi più semplici, quali l’adozione di applicazioni erogate in modalità SaaS o la migrazione di applicazioni già compatibili con il cloud, il focus si sta spostando, da un lato verso un maggior controllo della spesa e dall’altro verso l’ammodernamento del parco applicativo legacy a supporto dei processi core“, sottolinea Stefano Mainetti.

“In questo scenario, è ormai matura la consapevolezza del ruolo del cloud come importante fattore abilitante la trasformazione digitale delle imprese”, prosegue Mainetti.

“Grazie alla trasformazione del proprio modo di lavorare con approcci più agili e con una maggiore collaborazione fra Business e IT, le aziende sono oggi più preparate per godere dei benefici di innovazione portati dalle piattaforme di intelligenza artificiale, dagli ambienti di sviluppo low-code e no-code e dall’emergere di nuove applicazioni enterprise”, conclude Stefano Mainetti.

Mercato cloud italiano: i dati dell'Osservatorio Cloud Transformation

Mercato cloud: serve un cambiamento culturale

Sfiorano i due terzi (63%) le organizzazioni che misurano il contributo del cloud al business aziendale, in base al risparmio sui costi rispetto a una configurazione on-premise.

Infatti serve “un cambiamento culturale che ancora oggi non è arrivato al business”, aggiunge Piva, “spesso incapace di mettere a terra il reale valore aggiunto portato dalla nuvola.

“Il cloud deve rappresentare una leva di efficacia nell’accelerare la digitalizzazione e l’innovazione, ma ancora oggi il 63% delle organizzazioni misura l’apporto del Cloud al business dell’azienda in base al solo risparmio sui costi rispetto a una configurazione on-premise”. Questo dato “è espressione di una cultura organizzativa diffusa che adotta la nuvola come mezzo di puro efficientamento, alimentando una narrazione che inibisce la vera trasformazione”, sottolinea Piva.

Questo calcolo è frutto di una cultura organizzativa diffusa. Invece di considerare il cloud come leva efficace per accelerare la digitalizzazione e l’innovazione, lo si implementa solo “per efficientare”. Ma si tratta di uno storytelling che ostacola la vera trasformazione digitale.

Infatti, tra le iniziative cloud nell’arco del prossimo anno, vince l’ottimizzazione dell’uso delle risorse e dei costi della nuvola.

Ma “l’incapacità di prevedere i costi del cloud, la lentezza e la rigidità nell’adeguare i budget, comportano spesso difficoltà gestionali”. O, “nei casi peggiori, il taglio o la riduzione di servizi” spiega Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cloud Transformation.

Il ruolo del Cloud Financial Management

Nell’era cloud nascono nuove modalità di gestione dei sistemi informativi, in grado di adattarsi alle logiche di fruizione as-a-service.

La revisione dei processi di IT Financial Management, oggi priorità per le aziende, potrebbe costituire una prima fase da cui avviare la sperimentazione di nuove modalità di lavoro tra Direzione IT e business.

Per compiere questo passo, l’ispirazione guarda a paradigmi collaborativi come il FinOps, una best practice globale che promuove una maggiore responsabilizzazione dei dipendenti e individua spazi di efficientamento nell’utilizzo delle risorse.

Mercato cloud italiano: i dati dell'Osservatorio Cloud Transformation

Conclusioni

Purtroppo, sfiorano i tre quarti delle aziende italiane (74%) quelle che continuano la gestione delle risorse e dei costi del cloud secondo le logiche tradizionali ereditate dai sistemi on-premise. Logiche che mal si conciliano con la flessibilità e dinamicità dei modelli di pricing del cloud.

“In molti casi, purtroppo, questo fenomeno determina un rallentamento degli investimenti in digitale che colpisce soprattutto i progetti innovativi”. Progetti che” vengono sacrificati per poter invece garantire continuità ai servizi già in produzione“, evidenzia il Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cloud Transformation.

“Una efficace cloud transformation, dunque, richiede una maggiore maturità nel prevedere e gestire dinamicamente le risorse economiche dedicate al cloud”, conclude Mariano Corso.

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