Lo studio

I big data raccolti in Dad plasmano la scuola del futuro

La Fondazione Cariplo, Politecnico di Milano e WeSchool hanno condotto uno studio per analizzare i big data a scuola e delineare una didattica innovativa

Pubblicato il 04 Mag 2022

Ambizione Italia per la Scuola

I big data raccolti durante la didattica a distanza (Dad) potrebbero innovare la scuola del futuro, plasmando una didattica innovativa. È quanto emerge dallo studio di Fondazione Cariplo, Politecnico di Milano e WeSchool.

I big data fotografano la scuola del futuro

L’esperienza della Dad durante la pandemia non andrà persa. La didattica a distanza è stata un’esperienza forzata dalla crisi sanitaria, ma qualcosa di buono lascia in eredità: i big data.

Dall’analisi dei big data potrebbe infatti emergere la scuola del futuro caratterizzata da una didattica innovativa.

La Fondazione Cariplo, Politecnico di Milano e WeSchool hanno condotto uno studio per:

  • sfruttare l’esperienza, il duro impegno e gli investimenti fatti finora;
  • rendere la scuola innovativa;
  • migliorare la qualità della didattica;
  • mantenere gli aspetti positivi;
  • disegnare una didattica innovativa, uscendo dalla fase emergenziale per entrare in fase strutturata.

La survey

I risultati preliminari dello studio seguono due direttrici: l’analisi dei dati registrati; la survey per utenti-docenti.

L’analisi dei big data ha approfondito le attività registrate dalla piattaforma:

  • la pubblicazione di post;
  • lo svolgimento delle lezioni;
  • i test;
  • le conferenze;
  • la condivisione di materiale didattico.

Inoltre, una survey per studenti e docenti ha consentito di: monitorare le competenze digitali maturate in questi due anni; valutare i vantaggi della didattica a distanza coadiuvata dall’uso di strumenti digitali.

Analizzando i diversi tool digitali insieme alle differenti modalità didattiche innovative, lo studio, che coinvolto un campione di 1.800 docenti intervistati, ha potuto valutare il futuro dell’attività didattica.

I risultati della prima fase della ricerca

Dai dati emerge che la didattica digitale ha avuto un effetto positivo sulla comunicazione e interazione tra i protagonisti della scuola. Per il 63% degli intervistati a didattica digitale ha avuto un impatto positivo sulla comunicazione dei docenti con gli studenti (contro il 19% negativo).

Inoltre l’impatto sulle modalità di interazione con le famiglie è stato positivo per il 50% (contro il 23% negativo)

Invece l’effetto sulla comunicazione tra studenti nella classe è stato positivo per il 45% (contro il 30% negativo).

Anche la prima analisi dei big data fotografa un impatto positivo. Il 10% dei docenti ha creato una rete fra colleghi per condividere insieme le sfide e le risorse didattiche. Sui 27.898 gruppi di docenti sulla piattaforma WeSchool, creati nel biennio, sono risultati in media 3 studenti presenti con 8 docenti.

Uso degli strumenti digitali

Prima della pandemia il 35% dei docenti non aveva mai usato strumenti digitali di valutazione degli studenti (solo il 13% li utilizzava sempre); durante la DAD il 46% li ha usati sempre; il 20% più di una volta a settimana.

Strumenti digitali di valutazione

Dal ritorno alla scuola in presenza, il 57% dei docenti sfrutta tool digitali per valutare gli studenti almeno una volta al mese, mentre il 19% sempre.

Inoltre, nelle scuole secondarie di II grado, nel biennio di analisi, le verifiche finali dell’apprendimento svolte online hanno superato il numero di esercitazioni proposte agli studenti.

Strumenti digitali per la didattica

Prima, durante e dopo la DAD la maggior parte dei docenti gli strumenti digitali per la didattica per agevolare la lezione frontale.

Il digitale promuove contenuti didattici:

  • il 68% dei docenti ha creato in autonomia almeno una volta a settimana i materiali didattici condivisi con gli studenti;
  • il 67%, con la stessa frequenza, ha usato materiali didattici di terze parti.

Durante la DAD, l’87% degli intervistati ha fatto ricorso, almeno una volta alla settimana, a tecnologia per assegnare i compiti e per monitorare lo svolgimento di compiti e attività.

Il 55% dei docenti ritiene che la didattica digitale abbia svolto un ruolo molto positivo o positivo sulla partecipazione degli studenti alle attività didattiche.

Durante la DAD il 73% del campione afferma di aver implementato metodologie innovative e partecipative almeno una volta a settimana (+44% rispetto al periodo pre emergenziale).

A fine dell’emergenza, il confronto con i dati pre pandemici ha prodotto in parte un ritorno alle vecchie abitudini (46%).

Infine solo il 17% dei docenti, nel corso della prima fase dell’emergenza, si considerava del tutto o molto “preparato ad affrontare la DAD grazie all’utilizzo di strumenti digitali”, mentre, dopo l’esperienza della DAD, la percentuale sale al 53%.

Secondo l’88% del campione la didattica digitale ha avuto un impatto positivo (o molto positivo) sulle competenze digitali dei docenti. Ben il 66% concorda nell’impiegare la didattica digitale anche in futuro.

Oltre la metà dei docenti (il 57%) è d’accordo sulla necessità di aumentare le proprie competenze digitali.

Infine, il 67% del campione di docenti condivide il fatto che “i mesi d’emergenza abbiano modificato permanentemente la presenza di strumenti digitali”.

In base ai risultati raccolti, la ragione principale dell’assenza degli studenti dalle lezioni durante la DAD è stato, sempre o spesso:

  • scarsa connessione a Internet (secondo il 50% dei docenti);
  • scarsa motivazione degli studenti (30%);
  • mancanza di dispositivi digitali (29%);
  • scarso supporto da parte della famiglia (28%).

La didattica innovativa grazie all’analisi dei big data a scuola

Il progetto s’intitola “Innovazione didattica: i Big Data per disegnare la scuola di domani” fa parte del programma di ricerca di Fondazione Cariplo, Poltecnico di Milano. e WeSchool

Hanno partecipato: Giovanni Fosti (presidente Fondazione Cariplo); Ferruccio Resta (rettore Politecnico di Milano); Vittorio Colao (ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione); Marco De Rossi (Ceo WeSchool); Roberto Ricci (presidente Invalsi).

Lo studio sui big data a scuola, frutto del lavoro del Politecnico di Milano con il supporto di WeSchool, metterà una miniera di dati a disposizione della Fondazione Cariplo, in collaborazione con l’Evaluation Lab della Fondazione Giordano dell’Amore.

Grazie all’analisi dei big data a scuola, nascerà una serie di iniziative per abbattere le disuguaglianze acuite dalla pandemia e da altre forme di esclusione e povertà.

“I dati non disegneranno solo la scuola del futuro”, ha dichiarato Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano, “ma l’intera società: dal quantum computing all’HPC.

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