Climate Change: la Call for Code IBM chiama a raccolta data scientist e sviluppatori

La Call for Code Global Challenge 2020 si rivolge agli sviluppatori e agli innovatori di tutto il mondo con l’obiettivo di formulare applicazioni innovative e sostenibili per contrastare il fenomeno del climate change, grazie al ricorso alla tecnologia open source

Pubblicato il 20 Mar 2020

Call for Code 2020 IBM

Stimolare i developer di tutto il mondo a sviluppare soluzioni e applicazioni innovative basate sulla tecnologia open-source per contrastare e limitare gli impatti negativi provocati dal climate change. E’ questo l’obiettivo della nuova edizione della Call for Code Global Challenge, l’appuntamento annuale che riunisce sviluppatori, data scientist e problem solver incitandoli a formulare applicazioni e tecnologie in grado di generare un cambiamento positivo e duraturo su questioni umanitarie come la sostenibilità idrica, la sostenibilità energetica e la resilienza alle catastrofi naturali.

L’edizione 2020 è stata lanciata a Ginevra in occasione del 75° anniversario della nascita dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, per il terzo anno consecutivo da IBM e la David Clark Cause, in collaborazione con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani e la Linux Foundation. L’obiettivo è mettere a disposizione di sviluppatori esperti e nuovi coder le tecnologie open-source di IBM, come Red Hat OpenShift, IBM Cloud, IBM Watson, IBM Blockchain e i dati di The Weather Company (società specializzata nella fornitura di dati relativi alle previsioni metereologiche acquisita da IBM nel 2015) per formulare applicazioni pratiche, efficaci e di alta qualità in grado di fermare e far regredire gli effetti del cambiamento climatico.

Tutto vero fin qui, ma c’è stata negli ultimi tempi una variazione. Considerato l’obiettivo storico della Call for Code di affrontare i problemi più urgenti della società e vista la diffusione globale e senza precedenti del Covid-19, l’edizione del 2020 sarà dedicata non solo al cambiamento climatico ma anche al nuovo Coronavirus (SARS-CoV-2), due gravi problematiche che rischiano di compromettere la nostra salute, il nostro pianeta e la sopravvivenza del genere umano. In questo caso si tratta di sviluppare soluzioni tecnologiche open source in grado di affrontare tre ambiti in cui l’impatto dell’epidemia è più sentito: la comunicazione di crisi durante un’emergenza, gli strumenti per migliorare l’apprendimento a distanza e le iniziative per stimolare la collaborazione nelle comunità locali.

Climate change: gli attori della Call for Code

La Call for Code 2020 vede la partecipazione del nuovo sponsor Unity Technologies, la riconferma di Persistent Systems e dei sostenitori Johnson & Johnson e Capgemini e l’ingresso di nuovi sostenitori, quali Red Hat e Nearform. Anche quest’anno, la collaborazione di Bank of China, Morgan Stanley, Cognizant, Infosys, Arrow Electronics e Clinton Foundation, e il supporto dell’ampio ecosistema di aziende, fondazioni, università e celebrità come Ellen DeGeneres, Jonas Brothers, Sting e Morgan Freeman.

“L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha individuato negli sviluppatori le potenzialità per affrontare le principali sfide della società e la crucialità del loro ruolo nell’offrire una risposta all’emergenza climatica” afferma Mami Mizutori, rappresentante speciale del Segretario delle Nazioni Unite -Generale (SRSG) per la riduzione del rischio di catastrofi che aggiunge “Il climate change è il problema più critico del nostro tempo, data anche la moltitudine di fattori locali che contribuiscono a produrre effetti a cascata che non possono essere risolti da una singola organizzazione. Occorre una rete globale per contrastare questo problema”.

Le iscrizioni alla Challenge resteranno aperte dal 22 marzo al 31 luglio 2020, la Giornata mondiale dell’acqua 2020. Ulteriori dettagli, il programma, la formazione e la candidatura alla Call for Code sono disponibili qui. Ai vincitori del Gran Premio $ 200.000 USD in contanti e supporto per la distribuzione open source tramite Code and Response in partnership con The Linux Foundation.

Climate change: il ruolo di IBM

In occasione del 75° anniversario dalla sua fondazione, l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha sottolineato la necessità di effettuare una ricognizione globale e ha lanciato la più grande e inclusiva conversazione sul ruolo della cooperazione mondiale su come costruire un mondo migliore, affrontando i problemi più urgenti, tra i quali il cambiamento climatico. IBM ha rafforzato la propria collaborazione con le principali agenzie dell’ONU e altri leader mondiali per dare il proprio contributo nel fronteggiare la crisi climatica e supportare le Nazioni Unite nella costruzione di un futuro migliore.

Bob Lord, Senior Vice President IBM Cognitive Applications and Developer Ecosystems ha evidenziato il forte impegno di IBM a tutti i livelli, dall’ambito regolatorio in materia di clima a quello delle previsioni meteorologiche basate su intelligenza artificiale e supercomputer. “C’è un bisogno urgente di agire per contrastare il climate change e IBM mette in connessione i principali filantropi con gli sviluppatori più talentuosi e appassionati di tutto il mondo. IBM è determinata ad identificare, implementare e rendere scalabili le soluzioni tecnologiche che possono aiutare a salvare vite umane, emancipare le persone e creare un mondo migliore per le generazioni future.”

Le tecnologie per affrontare il climate change

Un recente studio di IBM, condotto da Morning Consult che ha intervistato più di 3000 sviluppatori, operatori di primo intervento e attivisti sociali in otto Paesi (Cina, Colombia, Egitto, India, Giappone, Spagna, Regno e Stati Uniti), ha svelato come il cambiamento climatico sia il problema più pressante che le generazioni di oggi si trovano ad affrontare.

Il 77% dei developer lo posizionano al primo posto tra le crisi mondiali e il 79% degli intervistati è convinto che la tecnologia sarà la chiave di volta per la risoluzione delle problematiche ambientali. Per l’87% è importante che un datore di lavoro prenda provvedimenti in merito al problema del climate change. Allo stesso tempo, il 75% degli intervistati concorda sul fatto che anche la comunità open-source può contribuire a risolvere i problemi derivanti dal climate change. 8 intervistati su 10 pensano che molte persone vorrebbero poter dare un personale contribuito per contrastare il climate change, ma non sanno da dove iniziare.

Lo studio IBM completo condotto da Morning Consult è scaricabile a questo link.

Applicazioni avviate per il contrasto a calamità naturali e climate change

L’edizione 2019 della Code Global Challenge ha registrato più di 180.000 partecipanti provenienti da 165 nazioni. Sono state sviluppate più di 5.000 applicazioni per il contrasto delle calamità naturali e i loro effetti sulla salute individuale e il benessere della comunità.

Il team vincitore dell’anno scorso, Prometeo, ha creato un dispositivo indossabile che misura il monossido di carbonio, la concentrazione di fumo, l’umidità e la temperatura per monitorare la sicurezza dei vigili del fuoco in tempo reale e per contribuire a migliorare i loro parametri di salute nel lungo periodo. Basata sui servizi IBM Cloud, la soluzione è stata sviluppata attraverso il programma Code and Response di IBM. Recentemente è stato effettuato il primo test sul campo durante un incendio simulato con il Grups de Reforç d’Actuacions Forestals (GRAF) e il Grup d’Emergències Mèdiques (GEM) dels Bombers de la Generalitat de Catalunya vicino a Barcellona, ​​Spagna.

Altre applicazioni come Project Owl, vincitore della Call for Code 2018, e DroneAid, vincitore dell’hackathon Portorico Call for Code, sono state portate avanti ​​attraverso il programma Code and Response.

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