Pure Storage apre ai servizi in cloud con AWS

L’accordo con il provider estende la data platform del vendor di storage al cloud pubblico. Per una migrazione verso il cloud flessibile, a costi contenuti e nella logica della protezione dei dati. Ma sempre con l’intervento dei partner

Pubblicato il 05 Dic 2018

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Anche in Italia il cloud è realtà. Ce ne stiamo accorgendo, se ne sta accorgendo il canale e i cloud provider, al punto che Amazon Web Services ha deciso di investire nel prossimo futuro con l’apertura di un data center nel nostro Paese. Le opportunità derivanti dal mercato, compreso quello italiano, sono evidenti, quindi, e Pure Storageforte del suo focus sull’archiviazione dati e sulla gestione intelligente dei Big Data, ha deciso di appoggiarsi ad AWS per portare i propri servizi di storage e di backup e recovery in cloud a beneficio di una flessibilità estrema nel processo di migrazione delle aziende.

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Mauro Bonfanti, regional director Italy di Pure Storage

Pure Storage e AWS: insieme per un backup continuo

«Oggi, in effetti, possiamo dire che siamo sul cloud, con le aziende che hanno ormai passato la fase di curiosità e di sperimentazione – dichiara Mauro Bonfanti, regional director Italy di Pure Storage -. Il mondo sta evolvendo rapidamente, soprattutto quello delle applicazioni, che non per forza devono essere solo su cloud, ma accessibili in maniera ibrida, con la possibilità di raggiungere le informazioni via cloud o on-premise, a seconda dei vantaggi del momento. Ma il punto fermo rimane comunque la disponibilità massima dei dati. Indipendentemente da dove essi siano».

Proprio per una disponibilità ubiqua, sicura e continua dei dati, Pure Storage ha deciso che è arrivato il momento giusto per fare un passo importante su cloud, estendendo la propria data platform al cloud pubblico. Da qui l’accordo con Amazon Web Services e l’annuncio di nuove soluzioni in cloud, tra le quali emerge Cloud Block Store for AWS, con cui, appunto, il vendor porta il proprio storage sul cloud.

Pure Storage sfrutta l’infrastruttura AWS per servizi di storage dati

«Attraverso Cloud Block Store for AWS, Pure Storage con la sua componente storage porta i propri servizi all’interno del mondo Amazon Web Services – dettaglia Alfredo Nulli, Emea Cloud Architect di Pure Storage -. Cloud BlockStore è il nostro prodotto Flash Array, che ora viene reso disponibile attraverso le machine virtuali di AWS. Non si tratta semplicemente di una installazione di software su di una virtual machine, ma di un vero e proprio utilizzo dell’infrastruttura AWS per l’erogazione del servizio, in modo da rendere le applicazioni mission critical ininterrottamente funzionanti sul cloud».

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Alfredo Nulli, Emea Cloud Architect di Pure Storage

Pure Storage rende enterprise i servizi S3 di AWS

Cloud BlockStore è parte della suite Pure Storage Cloud Data Service che, sempre nel perimetro della partnership con AWS, comprende anche CloudSnap, ossia la copia semplificata dei dati verso il cloud, nell’ottica di una protezione continua dei dati stessi. In pratica, CloudSnap consente una flessibilità nelle operazioni di backup & recovery sia su cloud sia in ambienti on-premises, consentendo l’invio veloce degli snapshot FlashArray di Pure Storage al servizio di memorizzazione Amazon S3 (Amazon Simple Storage Service).

A questi si aggiunge poi StorReduce, tecnologia recentemente acquisita da Pure Storage per la deduplica cloud nativa, in grado di effettuare una replica dei dati verso il mondo Amazon.

E in futuro apertura verso altri cloud pubblici

«I Cloud Data Service di pure Storage sono un insieme di prodotti e di tecnologie che estendono le funzionalità di Pure Storage ai clienti che vanno su cloud – riprende Nulli -. Per clienti che stanno già utilizzando il cloud e che hanno la consapevolezza dei vantaggi che ne derivano. Questo primo annuncio riguarda AWS, ma la nostra strategia prevede di andare anche oltre e di aprirci anche ad altri cloud provider pubblici, quali Microsoft Azure o Google. L’obiettivo è creare un ambiente flessibile che consenta alle aziende di lavorare indifferentemente sulla data fabric in cloud AWS oppure on-premise, di accedere con le due modalità alle risorse del data center ma allo stesso modo, con le stesse API e la stessa integrazione con VMware».

In AWS esiste già un servizio base di storage, e l’accordo con Pure Storage tende a garantire funzionalità di tipo enterprise al cloud pubblico, rendendo disponibili servizi di data reduction e di avere prestazioni e grandezza di spazio equiparabile all’on-premise, che con il solo servizio base di AWS sarebbe, invece, limitato.

Si apre l’era del multicloud per i dati

«Il multicloud si sta ormai facendo strada – interviene Bonfanti -. Le applicazioni, le architetture stanno diventando multicloud, mentre il dato era ancora escluso. Con questa nuova suite, Pure Storage riesce a dare la stessa flessibilità all’on-premise e al cloud. Uno dei problemi è la gestione dei dati non strutturati, che pesano molto e il cui trasferimento implica alti costi. StorReduce fornisce tool di compressione anche per i dati non strutturati, per il loro trasferimento dall’on-premise verso il cloud, riducendo notevolmente i costi. In questo modo il cloud diventa una possibilità di data recovery, avvicinandolo all’esperienza del flash. E velocizzando il ripristino».

Inoltre, Cloud BlockStore installato in geografie diverse consente ai clienti di avere una replica asincrona e di usare l’infrastruttura AWS per attivare strategie di business continuity e disaster recovery personalizzate, con politiche proprie dell’azienda e non definite dal cloud provider.

Un servizio che non esclude il canale dei partner

Il servizio viene attivato online presso AWS, ma l’acquisto avviene comunque attraverso il canale tradizionale, secondo le logiche del license kit. «Nessun effetto negativo sull’ecosistema dei nostri partner – assicura Bonfanti – che invece è patrimonio che vogliamo continuare a fare crescere. C’è una determinazione ad adattarsi a un fenomeno che è in evoluzione e che non si può più sfuggire. Abbiamo trovato il modo di farlo con questo approccio, senza estromettere i partner di canale».

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