Analisi dei dati: come leggere gli Analytics di LinkedIn

Nel più popolare social network “professionale”, farsi notare è il requisito essenziale per aumentare la propria visibilità: per verificare l’efficacia della strategia adottata si possono utilizzare diversi strumenti di “analytics”. Vediamo quali sono e come interpretare i dati messi a disposizione

Pubblicato il 25 Mar 2021

Gianluigi Bonanomi

Digitale per Formazione

linkedin analytics

LinkedIn è molto di più di una semplice piattaforma per trovare lavoro o un social network per restare in contatto con i propri clienti. Ed è molto di più di un curriculum vitae online, anche se molti utenti hanno la tendenza a trattare il proprio profilo LinkedIn come un semplice elenco di competenze da mostrare a potenziali clienti o nuovi datori di lavoro. La piattaforma offre una versatilità unica e, se usata nel giusto modo, può trasformarsi in un potente strumento di digital marketing in grado di dare un boost alla propria carriera o azienda: i LinkedIn Analytics.

In LinkedIn, infatti, è importante avere una strategia ben definita e capire quali contenuti e strumenti possono fare la differenza. Avere un profilo aggiornato e ottimizzato permette di creare quelle relazioni tra contatti che hanno decretato il successo di questo speciale social network. Farsi notare è il requisito essenziale per aumentare la propria visibilità: per verificare l’efficacia della strategia adottata possiamo utilizzare diversi strumenti di analisi dei big data. Vediamo quali sono e come interpretare i dati che abbiamo a disposizione.

Come interpretare le informazioni fornite da LinkedIn Analytics

Uno degli strumenti più importanti da padroneggiare (anche uno dei più sottovalutati) in LinkedIn sono i cosiddetti “Analytics”, una serie di statistiche in tempo reale che permettono di capire se la strategia che abbiamo sviluppato funziona e se risultati che ci siamo prefissati sono stati raggiunti. Per misurare l’efficacia della nostra attività su Linkedin la prima cosa da fare è cambiare l’impostazione della lingua scelta e usare il nostro profilo in inglese. Cambiare lingua è un’operazione piuttosto semplice: è necessario cliccare sulla foto del proprio profilo per aprire un menu dove è possibile effettuare la modifica. Bisogna selezionare “English” e poi tornare alla pagina del proprio profilo. Cliccando sulla barra laterale a destra avremo finalmente accesso alle preziose statistiche. Nella pagina aziendale/istituzionale, infatti, troveremo un’apposita sezione Analytics con cui possiamo possibile filtrare i dati in base a tre macro-gruppi: Visitors, Updates, Followers. La piattaforma mostra di default le statistiche relative agli ultimi 30 giorni: è possibile avere dei grafici dettagliati fino a un periodo di un anno, se necessario. Dalle interazioni, alla percentuale di interesse fino all’engagement rate (il tasso di coinvolgimento generato da un contenuto o da un’attività) c’è tutto il necessario per monitorare l’efficacia della strategia social adottata da noi o dalla nostra azienda. Le statistiche disponibili sono relative a tutti i membri iscritti alla piattaforma, indipendentemente che abbiano effettuato l’accesso da un normale browser su PC o dall’app LinkedIn e iOS su un dispositivo mobile. È importante ricordare che il cosiddetto “traffico senza autentificazione” del profilo non viene conteggiato.

LinkedIn Analytics è strutturato in tre categorie principali

L’interfaccia proposta da LinkedIn è semplice e funzionale (non è al livello della più celebrata Google Analytics) e permette all’utente in poco tempo di scoprire se alcuni “insight” hanno avuto successo e, soprattutto, capire perché certi contenuti funzionano di più e così via. Per quanto riguarda il profilo, abbiamo a disposizione le statistiche di chi ha visto il nostro o quelle relative alla nostra azienda, oltre a uno speciale rank. Gli Analytics permettono all’utente di avere sotto controllo le statistiche relative ai post da un punto di vista quantitativo, di studiarne l’efficacia rispetto ai collegamenti e alla media dei contatti. Con il semplice rank, infatti, possiamo scoprire in quale percentuale un profilo personale/aziendale sia presente nel proprio network e la relativa posizione in un’ipotetica classifica virtuale, oltre a studiarne l’andamento in un periodo specifico o precedente. Per valutare la nostra attività è necessario analizzare le informazioni riguardanti il numero di visite al nostro profilo in una settimana specifica (con tanto di variazioni rispetto a quella precedente), il numero di condivisioni/post/aggiornamenti che abbiamo fatto, i nuovi collegamenti ottenuti, il numero dei commenti generati e così via. Incrociando questi preziosi dati possiamo correggere o migliorare la nostra strategia.

Visitatori

La piattaforma offre una serie di informazioni e statistiche sugli utenti che visitano la propria pagina aziendale presente in LinkedIn: basta cliccare nella sezione Visitatori (Visitors). I dati disponibili sono relativi alle visualizzazioni ottenute per pagina o al numero di utenti unici: in questo modo è possibile capire chi si è avvinato al nostro profilo e quale sezione è stata apprezzata maggiormente. Chiaramente, i grafici possono essere personalizzati a piacimento per avere una profilazione ancor più dettagliata. Molto apprezzati sono i dati demografici dei visitatori che permettono a noi di capire la località di provenienza, la mansione svolta, l’anzianità lavorativa, il settore e la dimensione dell’azienda per cui lavorano (la cosa strana è che non è disponibile il nome dei contatti che seguono la pagina!). In questo modo possiamo capire se il nostro profilo è arrivato alle persone giuste, a quale settore appartiene il nostro pubblico e in quale area geografica è più efficace e così via. Se abbiniamo queste informazioni a un altro strumento prezioso come LinkedIn Pulse possiamo scrivere contenuti originali e condividerli in modo ancor più efficace.

 Follower

Un’altra sezione importante degli Analytics riguarda i Follower che seguono la propria pagina aziendale. È possibile controllare i follower in un periodo specifico e capire quando sono stati guadagnati o persi. In questo modo possiamo capire se c’è una correlazione stretta tra l’aumento o la loro diminuzione in corrispondenza con la pubblicazione di post specifici e così via. Soprattutto, è possibile analizzare le variazioni nei follower organici e in quelli ottenuti tramite inserzioni sponsorizzate. Si tratta di una differenza importante perché, come in altri social network, è possibile “comprare” i follower anche in LinkedIn. Come nella sezione dei visitatori, anche in quella dei follower è possibile studiare la provenienza dei contatti, a quale categoria professionale appartengono e altro ancora. Interessante anche la sezione dedicata alle cosiddette “aziende da monitorare”: vengono mostrate pagine con profili simili alla nostra e gli algoritmi di LinkedIn le propongono sulla base dei follower e degli aggiornamenti che proponiamo.

Aggiornamenti

Un’altra categoria importante è quella relativa agli “Updates”, gli Aggiornamenti: qui è possibile trovare una serie di informazioni relative ai dati organici e a quelli sponsorizzati. Serve soprattutto per capire quanti utenti hanno visto, commentato o condiviso i post e quale livello di interesse e interazione hanno generato. Abbiamo a disposizione informazioni relative al numero complessivo e al tipo di visualizzazioni, ai commenti ricevuti, alle condivisioni e alle interazioni social e molto altro. I grafici, chiaramente, possono essere filtrati per affinare ulteriormente la nostra strategia social: è importante ricordare che esiste una precisa correlazione tra il numero di follower e il tasso di engagement.

Come interpretare i dati forniti da LinkedIn Analytics

In generale, uno strumento come Analytics può aiutarci a capire se la strategia che abbiamo adottato funziona, attraverso l’analisi dei big data. Grazie alle informazioni che abbiamo ricavato possiamo scoprire in quale momento della giornata è consigliabile pubblicare i post, in quale orari e giorni della settimana i nostri aggiornamenti riscuotono maggior successo così via. E soprattutto sono fondamentali se dobbiamo investire in qualche campagna di marketing a pagamento. Con Analytics, infatti, possiamo analizzare le prestazioni di tutti i contenuti e fare un confronto tra quelli sponsorizzati e organici. Studiando le reazioni dei follower e le loro tendenze e osservando l’andamento delle impression di ciascun aggiornamento, possiamo scoprire se i contenuti che proponiamo sono di qualità e se vengono apprezzati da LinkedIn. Per esempio, se notiamo un calo nel numero complessivo di impression la spiegazione è piuttosto semplice: gli algoritmi della piattaforma classificano i nostri contenuti non di qualità e limitano la loro condivisione. È importante confrontare i dati relativi ai propri follower con quelli dei visitatori: per esempio, se notiamo una certa discrepanza da un punto di vista demografico tra le due categorie è probabile che non ci sia la giusta correlazione tra quello che condividiamo e quello che appare nel nostro profilo. Per migliorare la situazione possiamo utilizzare dei tool specifici: Socialbakers e Talkwalker sono programmi che possono aiutare e non poco. Per altre informazioni si può visitare il sito web dell’autore.

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