Auriga: i trend 2018 nell’innovazione per il digital banking

Con il 2018 arrivano importanti innovazioni nel Digital Banking e nell’Open Banking. Secondo Auriga crescerà l’attenzione verso il mondo dei Big Data, crescerà il fenomeno delle filiali hub multi-brand; e la riduzione delle filiali destinate a diventare più smart e a creare un nuovo bilanciamento tra fisico e digitale

Pubblicato il 03 Gen 2018

Vincenzo Fiore, Ceo di Auriga

Il 2018 si annuncia come un anno importante per l’innovazione digitale e porterà alcune importanti innovazioni nel settore delle Banche e della Finanza sempre più attente ai temi dei dati. Nella visione di Auriga i trend per il Digital Banking del 2018 vedono una serie di fattori che vanno dall’evoluzione delle filiali fisiche e digitali alla crescente attenzione ai temi dei dati e dei Big Data in particolare.

Nello scenario fotografato dal report di Auriga si evidenziano una serie di fenomeni che possono essere così sintetizzati:

  • lo sviluppo di nuovi modelli di filiale, con la coabitazione di brand differenti in un unico hub dedicato ai servizi finanziari per consentire la riduzione dei costi delle sedi e favorire nello stesso tempo la crescita della customer experience;
  • il cambio di proprietà degli asset, con più banche che si affideranno a operatori terzi, specializzati nella fornitura e nella gestione degli ATM/ ASD (Assisted Self-service Device), con conseguente riduzione dei costi di gestione e manutenzione di queste tecnologie;
  • la diminuzione del numero delle filiali e lo sviluppo delle filiali di tipo “smart“, con nuove forme di bilanciamento, all’interno delle filiali, tra la componente digitale e quella fisica, grazie all’utilizzo di nuove tecnologie che non vanno a penalizzare la componente umana.
  • c’è poi il grande tema dei Big Data, ovvero dalla prospettiva, per le banche, di diventare sempre più Data Driven Company grazie all’utilizzo dei dati, anche in vista dell’entrata in vigore del GDPR, e come ambito di sviluppo di nuovi servizi per affrontare la concorrenza delle cosiddette neo-banche.

Ma vediamo meglio lo studio di Auriga

L’innovazione tecnologica che cambia i modelli di business

“Il 2018 è l’anno in cui cominceranno ad emergere dei trend molto interessanti che non riguardano soltanto l’innovazione tecnologica, ma anche i modelli di business e vedremo che il concetto stesso di ‘proprietà unica di un asset’ comincerà ad essere messo in discussione” –  commenta Vincenzo Fiore, CEO di Auriga – “Parliamo di cambiamenti ancora una volta molto lontani da ciò che era la banca tradizionale, ma che aprono prospettive interessanti, ed è importante prepararsi fin da ora a questi cambiamenti, magari guardando all’estero dove qualcosa comincia già a muoversi”.

GDPR, uso dei dati e Big Data

Grazie anche all’entrata in vigore del regolamento europeo sulla protezione dei dati GDPR (General Data Protection Regulation), il 2018 appare un anno decisivo per le banche che dovranno fare un uso corretto dei dati. Le banche sono preparate per questi cambiamenti, ma da questo momento in avanti diventerà ancora più importante investire sui sistemi per raccogliere e elaborare i dati in tutta sicurezza, nel rispetto delle nuove norme.

Il ruolo delle “Neo banche” e delle Fintech 

L’attenzione sulle banche sfidanti continuerà nel 2018. Sebbene queste non siano ancora in grado di minacciare realmente le banche tradizionali, per queste ultime ora è il momento di occuparsene. Ci aspettiamo di vedere emergere una più stretta collaborazione favorita dall’entrata in vigore anche nel nostro Paese della PSD2 e della conseguente necessità delle banche di mettere a disposizione le open API per fornire al cliente finale nuovi modelli di servizio e di business.

Filiali in forma di hub multi-brand 

Molte banche inizieranno a considerare nuovi modelli di filiale per cominciare a condividere i costi infrastrutturali. Un trend che prenderà piede è la coabitazione di diversi brand all’interno di un unico hub dedicato ai servizi finanziari, anziché la creazione di tante filiali diverse di cui ciascun istituto è l’esclusivo proprietario. Questo porterà a ridurre i costi di possesso delle sedi e aumenterà invece il focus sulla customer experience. Considerato quindi che la filiale di per sé non sarà più l’unico fattore decisivo per la fidelizzazione del cliente, le banche dovranno investire in software innovativi e in sistemi self-service che le aiutino a differenziarsi.

La gestione degli ATM passa a terze parti

Questo a sua volta alimenta un altro grande trend che è quello del cambio di proprietà degli asset . Cresce il numero delle banche che scelgono di affidarsi operatori terzi, specializzati nella fornitura e nella gestione degli ATM/ ASD (Assisted Self-service Device), con una conseguente riduzione dei costi di gestione e di manutenzione di queste tecnologie. Per preparasi a questo le banche dovrebbero cominciare a considerare l’adozione di software multivendor basati sul cloud.

Diminuisce il numero delle filiali ma diventano più smart

Mentre continua a diminuire il numero di filiali, diventa sempre più chiaro come evolveranno in futuro, diventando sempre più smart e accattivanti per i consumatori. L’aumento degli investimenti in automazione e nel miglioramento della customer experience porterà ad una convergenza tra canali bancari differenti, contribuendo a creare un’esperienza per il cliente senza soluzione di continuità.

Un nuovo equilibrio tra banca fisica e banca digitale 

Un elemento chiave sarà il raggiungimento del giusto bilanciamento tra la parte digitale e quella fisica all’interno delle filiali, abbracciando le nuove tecnologie, ma senza andare a discapito della presenza umana e della personalizzazione dei servizi al cliente. Già oggi, guardando alle banche europee, i clienti possono accedere ad un gran numero di funzionalità in modalità self-service e, allo stesso tempo, avvalersi del consulente di filiale specializzato in un determinato ambito se ne  hanno bisogno, come  per le questioni finanziarie  più delicate e importanti.

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