Dati ambientali: cosa sono e a che serve monitorarli

Idrosfera, atmosfera, litosfera, biosfera: come controllare lo stato di salute delle diverse parti dell’ecosistema terrestre? Definizione e utilizzo dei dati ambientali

Pubblicato il 09 Lug 2021

Josephine Condemi

giornalista

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Cosa si intende per dati ambientali

I dati ambientali sono gli indicatori dello stato di salute dei diversi elementi che compongono l’ecosistema: l’idrosfera, l’atmosfera, la litosfera, la biosfera.

Dati per l’idrosfera

L’idrosfera si compone delle acque superficiali (fiumi, laghi, acque potabili), delle acque sotterranee, delle acque marino-costiere, ma anche degli scarichi delle acque reflue. Ciascuna di queste dimensioni viene monitorata attraverso la rilevazione e l’analisi di apposite tipologie di dati.

In particolare, lo stato di qualità delle acque superficiali viene stabilito attraverso indicatori sia chimico-fisici che biologici. Tra i primi: la salinità, la temperatura, l’ossigenazione, la presenza e la concentrazione di sostanze pericolose come l’arsenico, il cromo, la cloroanilina, i pesticidi. Tra gli indicatori biologici: presenza e quantità di macroinvertebrati come insetti, crostacei, molluschi; organismi come le macrofite, che comprendono alghe, muschi e angiosperme; organismi vegetali come le diatomee, alghe microscopiche.

Lo stato chimico delle acque sotterranee viene classificato buono quando non presenta effetti di intrusione salina, rientra nei valori soglia di qualità, non è intaccato dalle attività antropiche che insistono nell’area.

Per le acque marino-costiere, lo stato chimico si determina in base alla presenza di sostanze chimiche pericolose nei sedimenti e negli organismi detti “bioaccumulatori” come i molluschi bivalvi; lo stato ecologico viene stabilito attraverso un indice di stato trofico che combina i valori di ossigeno disciolto, clorofilla a, fosforo totale e azoto inorganico disciolto, per capire lo stato di salute della biomassa fitoplanctonica che è il primo anello della catena alimentare.

Questo tipo di analisi non è però sufficiente per stabilire le acque marino-costiere sono balneabili: la specifica normativa sulla balneazione, di tipo sanitario, impone il monitoraggio sui valori limite di batteri come Escherichia Coli e gli Enterococchi intestinali, indicatori di rischio igienico-sanitario.

Il monitoraggio sugli scarichi di acque reflue comprende i limiti di emissione ma non può prescindere dall’adeguamento della rete fognaria e degli impianti di trattamento.

Dati per l’atmosfera

Lo stato di salute dell’atmosfera viene identificato attraverso il monitoraggio delle emissioni, ovvero delle sostanze solide, liquide o gassose che possano causare inquinamento atmosferico. La concentrazione degli inquinanti si accompagna allo studio dei parametri meteorologici che incidono sulla loro dispersione, come la velocità e la direzione del vento, l’umidità, l’irraggiamento.

L’indice della qualità dell’aria (IQA) è composto dai valori limite e dalle diverse soglie che riguardano il particolato PM10, il particolato PM 2.5, il biossido d’azoto, l’ozono, il biossido di zolfo.

Il particolato PM10 viene utilizzato per quantificare la presenza nell’aria di metalli come l’arsenico, il cadmio, il nichel e il piombo.

Dell’aerosol atmosferico fanno parte anche i pollini e le spore, che vengono monitorate dall’aerobiologica (monitoraggio sporopollinico).

Tra i bioindicatori più usati per identificare lo stato di salute dell’aerosfera, troviamo i licheni, bioaccumulatori particolarmente sensibili agli inquinanti atmosferici come l’anidride solforosa, gli ossidi di azoto, i metalli pesanti e le polveri.

Dati per la litosfera

Il suolo è fondamentale per l’equilibrio dell’ecosistema. I dati sullo stato di salute della litosfera comprendono la rilevazione delle fonti di inquinamento, il monitoraggio dell’attività analitica sui rifiuti e la bonifica dei siti contaminati.

Soprattutto per questi ultimi, vengono determinate delle concentrazioni soglia di contaminazione e di rischio per cui un sito si considera potenzialmente contaminato, contaminato o non contaminato.

Il monitoraggio comprende anche terre e rocce da scavo derivate da cantieri edili o presenti in siti soggetti a bonifica.

Dati per il rumore e l’esposizione a campi elettromagnetici

Non mancano i dati per il monitoraggio del rumore cui è esposta la popolazione: vengono analizzate sorgenti acustiche come siti industriali, traffico veicolare, traffico stradale, ferroviario e aeroportuale, l’intensità e la frequenza delle emissioni per valutare l’eventuale superamento dei valori soglia.

Il monitoraggio all’esposizione ai campi elettromagnetici si basa sulle linee guida della Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti (ICNIRP), ong riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Le linee guida riguardano le radiazioni non ionizzanti nell’intervallo di frequenza fino a 300 GHz. Tra le sorgenti di campi magnetici, sia a bassa che ad alta frequenza, rientrano le stazioni radio per la telefonia mobile, le antenne radiotelevisive e i sistemi di trasmissione satellitare.

A cosa serve monitorare i dati ambientali

Monitorare i dati ambientali serve a conoscere se le condizioni dell’ecosistema in cui siamo immersi siano ancora compatibili con la vita umana. Nel caso in cui, come nel riscaldamento globale, siano presenti fenomeni che incidono su questa correlazione, il monitoraggio serve a rappresentare lo stato reale dei siti in cui viene effettuato e supportare correttivi all’attività antropica.

La Data Analytics può aiutare ad implementare la sostenibilità e il monitoraggio energetico delle attività produttive: le aziende possono ottimizzare la produzione e i consumi, riducendo gli sprechi.

Quali dati sull’ambiente sono disponibili

L’ONU ha una specifica agenzia, l’UNEP, che dal 1972 si occupa della lotta al cambiamento climatico e la tutela dell’ambiente: sul sito è possibile trovare report e statistiche aggiornate in tempo reale. In particolare, è presente la World Environment Situation Room   con mappe interattive navigabili per i diversi topic.

Anche l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha The Global Health Observatory accessibile online, con uno spazio dedicato ai diversi indicatori che compongono le mappe.

L’Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, dedica all’ambiente un’ampia sezione del proprio portale, con database, informazioni e report su inquinamento atmosferico, idrosfera, biodiversità, consumi energetici, tutela ambientale, sostanze pericolose, gestione delle risorse produttive, rifiuti, normative e policy.

In Italia, tra gli altri, ricordiamo i dati Istat e Ispra.

Dati Istat su sostenibilità ambientale

L’ambiente è una delle dodici dimensioni del BES – Benessere Equo e Sostenibile che con la legge 163/2016 è diventato parte del processo di definizione delle politiche economiche nazionali.

L’Istat, l’Istituto Nazionale di Statistica, fa parte del comitato che ha proposto la selezione degli indicatori da considerare annualmente nel DEF e in una relazione da presentare al Parlamento.

All’interno della dimensione “Ambiente”, sono stati scelti quindici indicatori relativi alla sostenibilità il trattamento delle acque reflue, la qualità delle acque costiere marine, la qualità dell’aria urbana, la disponibilità di verde urbano, le aree con problemi idrogeologici, i siti contaminati, il conferimento dei rifiuti urbani in discarica, le aree terrestri protette, le aree marine protette, le aree di particolare interesse naturalistico, la preoccupazione per la perdita di biodiversità, i flussi di materia, l’energia da fonti rinnovabili, le emissioni di CO2 e di altri gas clima alteranti, la soddisfazione per la situazione ambientale.

Ogni anno l’ISTAT pubblica la Rilevazione Dati ambientali nelle città” che raccoglie informazioni ambientali relative ai Comuni capoluogo di provincia/città metropolitana.

Dal 16 giugno scorso è online il volume “Economia e Ambiente. Una lettura integrata”, che contiene le impronte ambientali dell’Italia.

Annuario dati ambientali Ispra

L’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, sottoposto alla vigilanza del Ministero della Transizione Ecologica, pubblica l’annuario dei dati ambientali, la più completa raccolta di dati statistici e informazioni sulle condizioni dell’ambiente in Italia realizzata in collaborazione con le Agenzie regionali e delle province autonome nell’ambito del Sistema Nazionale per la Protezione dell’ambiente (SNPA). Una iniziativa fondamentale per stabilire linee guida legate allo sviluppo sostenibile e per l’ESG.

L’edizione 2020 è composta dalla Banca dati degli indicatori ambientali  e dall’Annuario in cifre. La prima raccoglie oltre 300 indicatori, con gli obiettivi da raggiungere, il trend e le valutazioni statistiche; il secondo presenta in forma sintetica una selezione dei contenuti, correlando a ciascun indicatore un grafico rappresentativo.

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