Economia digitale

International Data Center Day: l’Italia è quarta in Europa per quote di mercato

Il settore è in forte crescita e in questa occasione si deve riflettere su tre aspetti di primaria importanza: la crescita esponenziale dei data center nei prossimi anni; la richiesta di competenze digitali; la sostenibilità. Obiettivo: neutralità climatica entro il 2030

Pubblicato il 22 Mar 2023

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Mercoledì 22 marzo si celebra l’International Data Center Day, la giornata dedicata ai grandi elaboratori nell’era dei big data. Un’infrastruttura che svolge un ruolo chiave di abilitatore tecnologico per digitalizzare le aziende. E l’Italia, con un market share del 9% nella Ue, è al quarto posto nella classifica dei Paesi europei, insieme a Germania, Regno Unito e Paesi Bassi.

Il settore è in forte crescita e in questa occasione si deve riflettere su aspetti di primaria importanza, a partire da sostenibilità e tendenza dimensionale. Ecco quali sono, secondo Equinix e Kingston Technology.

International Data Center Day

C’è un filo rosso che lega la visione di contenuti in streaming, il download di certificati online, i post sui social media, lo smart working: un data center che, in qualche parte del mondo, eroga i servizi e gestisce enormi volumi di dati.

I data center svolgono un ruolo sempre più centrale per consentire l’accesso condiviso, la possibilità di archiviare e di gestire big data generati sempre più velocemente.

Secondo l’indice Datacentermap.com, nel mondo ci sono 4990 Data Center dislocati in 130 paesi, di cui 86 in Italia. Secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, si stima che in Italia il fatturato nel 2023 ammonterà a circa 3 miliardi di euro per un numero in crescita di data center che si prevede a quota 190. Ma, entro il 2025, si stima che gli impianti tricolore passeranno a 204 unità, più del doppio dei data center attualmente presenti in Italia.

Data center: tendenza dimensionale e impatto ambientale

I data center sono l’infrastruttura portante dei servizi digitali che utilizziamo ogni giorno. Contribuiscono a scalare l’innovazione e la crescita economica in un mondo digitale, in modo sostenibile.

La domanda di elaborazione e archiviazione dei dati è in continua accelerazione con il passaggio al cloud e alle web app.

Secondo Usitc, sono ottomila i data center nel mondo. La maggior parte ha un sito di 3 acri (pari a oltre 12.000 metri quadrati). Ma in genere, secondo Equinix, sorgono su terreni ancora più vasti, per offrire la possibilità di costruire un vero e proprio campus.

L’ampiezza significa maggiore efficienza, sotto il profilo economico e ambientale rispetto a una serie di strutture minori con la stessa capacità. Grandi strutture permettono di realizzare economie di scala e di ottimizzare il consumo di elettricità. Un’ottimizzazione che ha mantenuto stabile l’utilizzo globale di elettricità, sebbene il traffico internet sia cresciuto di 20 volte nell’ultimo decennio.

“Di fronte alla continua e rapida espansione dell’economia digitale globale, l’industria dei data center è cresciuta al pari di una fortissima domanda. Con l’adozione e la diffusione di tecnologie nuove ed emergenti come il 5G, l’intelligenza artificiale, i veicoli autonomi e la data analysis, la generazione di dati e la domanda dei servizi garantiti dai data center non potranno che accelerare, obbligando i suoi attori principali a rispondere a logiche di ecosistema sempre più interconnesse, a soddisfare una varietà di stakeholder che spaziano dal pubblico al privato e a concretizzare un futuro a zero emissioni di carbonio”, dichiara Emmanuel Becker, Managing Director di Equinix Italia.

Tre aspetti di primaria importanza, a partire dalla sostenibilità

I data center rappresentano il cuore pulsante intorno a cui ruota il business delle aziende di ogni settore.

In occasione dell’International Data Center Day, Kingston Technology fa luce su tre aspetti da valutare:

  • i data center crescono esponenzialmente nei prossimi anni;
  • la crescita dei data center richiederà sempre più profili professionali tecnici;
  • la sostenibilità sarà il punto di forza dei data center del futuro.

A livello globale il 38% dipendenti prevede che la data literacy o comprensione dei dati sarà la competenza più gettonata entro la fine del decennio, seguita dal lavoro con l’AI e l’apprendimento automatico (29%) e dalla data science (24%).

La startup britannica, Deep Green, a Exmouth, nel Devon, sfrutta un mini data center Edge, soprannominato “caldaia digitale” in grado di offrire parte dell’energia necessaria per riscaldare la sua piscina. Un sistema che potrebbe risolvere la crisi energetica che stanno affrontando migliaia di piscine britanniche.

“Non solo la società, ma anche l’economia oggi dipende sempre più dalle tecnologie e da tutte quelle architetture che permettono acquisizione, archiviazione, scambio ed elaborazione di informazioni in tempo reale. Tutto sarà sempre più interconnesso e i dati dovranno viaggiare a una velocità sempre maggiore. Le tecnologie giocano dunque un ruolo fondamentale. Devono essere affidabili, economicamente sostenibili e garantire grandi performance”, commenta Cristian Riolo, Business Development Manager di Kingston.

Neutralità climatica entro il 2030

Poiché i data center sono fra le strutture più energivore al mondo, il settore dei data center prende molto sul serio la responsabilità ambientale.

Sotto il profilo dell’impatto ambientale, cercano di limitare l’uso di energia e acqua, orientandosi verso l’energia verde e rinnovabili.

Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, il consumo di elettricità dei data center a livello globale si attesta a 220-320 TWh/anno, pari all’1% circa del consumo totale (il fabbisogno annuale di energia elettrica in Italia è stato pari a 301,2 TWh nel 2020).

Nel 2021, il settore ha formato il Climate Neutral Data Centre Pact. I firmatari (che rappresentano oltre l’80% del settore) s’impegnano a raggiungere la neutralità climatica nelle loro operazioni entro il 2030.

Il comparto sta investendo molto in tecnologie nuove e innovative, dalle tecniche di efficienza energetica al riutilizzo del calore di scarto, dalle energie rinnovabili all’idrogeno verde.

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